“Se durante la pandemia si erano registrati importanti aumenti nel consumo della frutta fresca, portando l’Italia sul podio dei Paesi virtuosi, ora la curva va in controtendenza e registra una contrazione – spiega Gianni Indino, presidente del CAAR – Centro Agro Alimentare Riminese -. Tra i diversi fattori che stanno contribuendo a questo calo dei consumi c’è l’incremento dei costi di produzione, ovvero di materie prime, carburanti e imballaggi, che al pari di condizioni climatiche non ottimali ha portato ad un aumento dei prezzi di alcuni prodotti ortofrutticoli. In più si deve fare i conti anche con l’inflazione che sta colpendo il nostro Paese che sta facendo diminuire il potere di acquisto delle famiglie, costringendole a rinunciare a qualche acquisto. Purtroppo anche sul nostro territorio si registra lo stesso trend, seppure l’arrivo di frutta fresca sui banchi del CAAR rimanga su ottimi livelli.
Come ci ricordano l’OMS e il Ministero della Salute, un’alimentazione particolarmente ricca di frutta e verdura e povera di grassi, zuccheri e sale contribuisce a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete e patologie dell’apparato digerente. Non dobbiamo mai dimenticare i risultati eccellenti per la nostra salute dati dalla dieta mediterranea e dal consumo giornaliero almeno di 400 grammi di frutta e verdura, corrispondente a circa 5 porzioni. Senza dimenticare l’importanza di variare i prodotti: ciascun frutto e ciascuna verdura è caratterizzato dalla presenza principale di alcuni principi nutritivi. Buone pratiche che conosciamo, come la dieta a colori, ma che a volte vengono dimenticate soprattutto dai più giovani.
È per questo che come CAAR ci impegneremo sempre di più per incrementare il consumo di frutta da parte dei ragazzi. Lo faremo attivando già dall’inizio del prossimo anno scolastico delle iniziative rivolte agli studenti del territorio, con visite al nostro Centro Agro Alimentare per far prendere loro contatto con i produttori, i commercianti e i prodotti, con incontri insieme ad esperti nutrizionisti e con laboratori in cui divertendosi possano capire l’importanza di una sana alimentazione per la loro vita e per il loro futuro, prevenendo il rischio di sovrappeso, obesità e patologie.
Un ruolo fondamentale in questo senso lo deve però avere anche la famiglia. La vita frenetica a cui siamo abituati induce a privilegiare l’acquisto di prodotti confezionati e già pronti all’uso, lasciando indietro i prodotti freschi. Serve dunque sensibilizzare le famiglie affinché tornino ad acquistare prodotti a km zero, a filiera corta e l’ortofrutta di qualità: abbiamo la fortuna di vivere in un territorio dove queste eccellenze sono abbondanti e sta a noi sfruttare questa opportunità. Per rendere più appetibile ai ragazzi il consumo di frutta, ricordiamo buone pratiche come la lavorazione delle materie prime: una macedonia, una spremuta, un frullato di frutta possono rendere ancora più golosa la frutta e avranno di certo maggiore appeal nei bambini e nei ragazzi.
Tutti insieme, famiglie, scuola, produttori, commercianti, possiamo fare molto per riportare un adeguato apporto di frutta sulle nostre tavole e recuperare il calo di consumi che si sta palesando da qualche mese. Ne gioverà in primis la nostra salute, ma anche l’economia del territorio legata fortemente alla produzione di frutta di alta qualità”.