In Italia sono più di 120: troppi e, in certi casi, mal distribuiti. Per i Centri agroalimentari e Mercati all’ingrosso urge un giro di vite. Lo sanno bene i responsabili delle organizzazioni di settore. E per enti gestori e associazioni dei grossisti, la consapevolezza sta per trasformarsi in progettualità.
Lo racconta Italia Fruit in un articolo a firma di Mirko Aldinucci.
ItalMercati, che alla recente Fruit Logistica di Berlino ha annunciato l’adesione di Parma, Rimini, San Benedetto del Tronto e Udine a una Rete “forte” ora di 15 realtà, ritiene che il numero dei poli di riferimento, nel nostro Paese, dovrebbe attestarsi attorno alle 25 unità, si evidenzia nell’articolo.
Spiega il presidente Fabio Massimo Pallottini: “Abbiamo lanciato un progetto che parte dal Veneto, incaricando il direttore di VeronaMercato Paolo Merci, per arrivare a fare sintesi e studiare la possibilità di una concentrazione della gestione sul modello dei processi di accorpamento avvenuti per le grandi società di utilities, dall’energia al gas o all’acqua”.
“Al ministro Bellanova – aggiunge Pallottini – chiederemo incentivi e agevolazioni di natura normativa per favorire quella concentrazione indispensabile per recuperare efficienza. E’ paradossale che in ambito internazionale l’Italia dei Centri agroalimentari conti meno degli altri Paesi. Per questo ItalMercati vuole completare l’ossatura, avvicinando tutte le strutture medio grandi: il nostro obiettivo è arrivare a quota 20, coinvolgendo Treviso, Fondi e altri due-tre Agromercati importanti”.
In questi mesi Pallottini è spesso tornato sull’obiettivo di concentrarsi sulle strutture che abbiano almeno una sfera di competenza regionale e che quindi possano inserirsi in una rete solida nazionale come Italmercati.
Il quadro è particolarmente eterogeneo nel Mezzogiorno: “Ne ho parlato con il Ministro, a Berlino: è assurdo che nel nostro sistema ci siano regioni con una miriade di Mercati e altre, come la Puglia, praticamente non presidiate. In Calabria c’è solo Catanzaro. In Sicilia seguiamo con attenzione il percorso di Vittoria, al centro di un processo di innovazione che ci auguriamo possa consentirle di innescare un sistema di sviluppo sano”.
“I Mercati, come le fiere, i porti e gli aeroporti – conclude Pallottini a Italia Fruit – fanno parte delle infrastrutture puntuali: hanno un senso se sono poche ed efficienti. Vanno valorizzati e messi in condizione di esprimere valore”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Valentino Di Pisa, che rappresenta gli operatori grossisti di Fedagromercati-Confcommercio: “120 mercati non possono più esistere, urge razionalizzare”. Come? “Si deve uscire dalla logica regionale e perseguire, a livello politico, una strategia di ampio respiro individuando 30-40 mercati di valenza nazionale e assegnando funzioni diverse alle strutture di secondo livello”.
“Fare rete consente di ottenere economie di scala, anche sulle utenze, condividendo esperienze e problematiche”, commenta Paolo Merci, direttore del Centro agroalimentare di Verona e vicepresidente di ItalMercati.
Concentrazione dei Mercati e nei Mercati: al Maap di Padova la parola d’ordine è concentrazione. “Serve fare sistema, servono aggregazioni smart: le piccole aziende devono agire in tal senso finché sono efficienti, altrimenti rischiano di essere fagocitate dai grandi”, il commento del direttore Francesco Cera. “Parliamoci chiaro: piccolo è bello non esiste più. Senza efficacia ed efficienza non si va da nessuna parte, bisogna abbattere lo spreco aziendale che incide pesantemente sui costi. Anche per essere all’altezza dei competitor stranieri, che corrono. Per questo, a Fruit Logistica, il Maap ha presentato e messo in vetrina sei grandi aziende”.