I Mercati italiani, forti dei dati del recente studio Ismea, rilanciano a Fruit Attaction la sfida a livello europeo.
“ La ricerca effettuata nel 2024 con Ismea conferma la funzione strategica e di interesse pubblico dei Mercati italiani. Frutto di un ruolo fondamentale nella valorizzazione della produzione locale, nella formazione del prezzo e nella trasparenza, come presidio della filiera distributiva tradizionale – sottolinea Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati a margine del convegno al quale hanno partecipato Livio Proietti, presidente ISMEA, Maria Chiara Zaganelli, Direttore Generale ISMEA, Giancarlo Righini, assessore al Bilancio e all’Agricoltura della Regione Lazio -.
Con i fondi del PNRR, oltre 268 milioni di euro, i nostri Mercati hanno ora una chance storica, che pochi altri in Europa possono avere, per avviare un processo di ammodernamento su efficienza energetica, logistica ultimo miglio, digitalizzazione. Ecco perché possiamo diventare competitivi a tutti i livelli e far crescere il peso della filiera agroalimentare italiana”.
Il confronto europeo per i Mercati italiani si presenta però in salita a causa dei modelli organizzativi che i diversi Paesi hanno adottato.
In Italia i Mercati agroalimentari all’ingrosso sono 137, un numero sei volte superiore a quello di Spagna e Francia, ma con un giro d’affari inferiore (10 miliardi di euro, rispetto ai 14 miliardi della Spagna e ai 12,5 miliardi della Francia).
“Confrontandoci a livello europeo non possiamo che rimarcare come Francia e Spagna abbiano avuto la capacità di selezionare un numero strategico di Mercati . Il sistema francese è incentrato sui Mercati d’interesse nazionale, mentre in Spagna lo Stato ha creato la società Mercasa, azionista di tutti i Mercati all’Ingrosso del Paese – conclude Pallottini -. Per rimanere competitivi dobbiamo lavorare ad una riforma del sistema dei Mercati all’Ingrosso ponendo al centro alcuni criteri di valutazione per definire strategico un Mercato. Dalla capacità di servire la Città Metropolitana, all’insediamento in aree a rilevante vocazione agricola, alla vicinanza a porti e aeroporti, avere un Piano del Cibo operativo, gestire più settori merceologici: ogni Mercato deve avere almeno una di queste caratteristiche per considerarsi strategico”.