La pandemia porta i consumi di frutta e verdura sull’ottovolante. Nel 2019 Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione europea, aveva elaborato uno studio per sapere quanta frutta e verdura si mangia mediamente nei paesi dell’Unione Europea.
Nel 2019, 1 persona su 3 nell’UE ha riferito di non consumare frutta o verdura ogni giorno e solo il 12% della popolazione ha consumato le 5 porzioni consigliate o più al giorno. In media, oltre la metà della popolazione dell’UE (55%) ha dichiarato di mangiare tra 1 e 4 porzioni di frutta e verdura al giorno. E l’Italia in questa classifica arrancava al 15esimo posto al di sotto della percentuale media dell’Unione Europea e comunque dietro Grecia, Malta, Germania e Spagna.
Nel 2020 i dati sembrano migliorare. Secondo le elaborazioni di Nomisma, il consumo pro capite annuo (a casa o fuori di casa) di ortofrutta fresca in Italia è stato di 160 kg, superiore rispetto a quello di molti Paesi europei, come la Germania (che si ferma a 109 kg) o il Regno Unito (101 kg).
Gli italiani passano al primo posto in Europa per consumo quotidiano di frutta e al terzo per verdura, con il 90% delle persone che ne mangia almeno una porzione ogni giorno, ben al di sopra della media europea (64%).
Nonostante il primato, le quantità consumate sono solo di poco superiori a quanto raccomandato dall’OMS (almeno 440 grammi al giorno)
“ In questo 2022 che sarà probabilmente il primo anno dove dovremo imparare a convivere con il virus – sottolinea Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati – occorre fare in modo che i consumi di frutta e verdura non siano più condizionati da restrizioni o riaperture. E’ necessario mettere al centro dell’educazione alimentare l’importanza di consumare frutta e verdura, facendo tesoro dei passi in avanti che il dibattito nell’Anno Internazionale della frutta e verdura ha prodotto, sviluppando ulteriore attenzione e sensibilità sull’argomento. I sistemi alimentari in tutto il mondo si stanno muovendo per promuovere il cambiamento verso stili di vita più sani e sostenibili. I Mercati italiani, insieme a tutti gli attori del sistema, vogliono recitare un ruolo da protagonisti per dare soluzioni moderne e innovative.
Trasparenza, tracciabilità e sostenibilità dovranno essere le parole d’ordine per il futuro per tutto il sistema agroalimentare. I Mercati non saranno più essere solo piattaforme logistiche distributive di cibo ma veri e propri centri di cultura del cibo sano e sostenibile”.